giovedì 20 settembre 2012

1973: la Battaglia dei sessi


“Un uomo non potrà mai perdere da una donna”. Così pensava lo sciovinista, showman e infaticabile scommettitore Bobby Riggs. Nel 1938 vince singolare, doppio e doppio misto a Wimbledon, ma la guerra frena la sua carriera da dilettante. Una volta diventato professionista, nel 1946 vince 23 partite su 44 nel tour itinerante contro Don Budge, capace di completare il Grande Slam nel 1938. L’anno successivo batte Jack Kramer, al suo debutto da pro, al Madison Square Garden di New York.

Ma Riggs è diventato celebre per le sfide alle donne. La prima “battaglia dei sessi” si disputa a Ramona, California, nella ricorrenza della Festa della Mamma (13 maggio) 1973. L’avversaria è Margaret Court. A suon di lob e palle corte Riggs, ormai 55enne, vince 62 61 e arriva sulle copertine di Time e Sports Illustrated. Ma non gli basta. Vuole sfidare il simbolo della lotta per la parità dei diritti tra uomini e donne. Vuole sfidare Billie Jean King, non ancora dichiaratamente omosessuale, che ha minacciato di boicottare gli Us Open e ottenuto montepremi uguali per tennisti e tenniste dal 1973.


Le battaglie per l’equità di Billie Jean iniziano nel 1970, quando diventa la star del primo tour professionistico tutto femminile. L’ha creato Gladys Heldman, direttrice direttrice della rivista World Tennis e amica di vecchia data di Joe Cullman, CEO della Philip Morris, che produce le sigarette molto in voga allora, le Virginia Slims, reclamizzate con lo slogan, “You’ve come a long way, baby”. Lo convince perciò a investire parecchio in una serie di tornei pro di tennis femminile. È nato il Virginia Slims Tour.

Riprendo il racconto di quei primi anni da un mio articolo pubblicato su Ubitennis:

I primi otto tornei, presentati in un’accesa conferenza stampa, hanno un montepremi complessivo di 105 mila dollari. Le stelle del circuito sono Billie Jean King e Rosemary Casals: cono loro ci sono, tra le altre, Peaches Batkowics, Nancy Richey, Ann Heydon Jones, Francoise Durr. Hanno protestato contro la sperequazione nei montepremi tra uomini e donne del Pacific Southwest Open (12,500 dollari al vincitore del torneo, 1,500 alla vincitrice di quello femminile, torneo in cui non sono previsti prize money per chi perde prima dei quarti di finale) e boicottano il torneo. Vanno a giocare a Houston, il primo torneo del nuovo tour, poi vinto da “Rosebud” Casals. Entrambe saranno sospese dalla USLTA. “Questi uomini ricchi non capiscono quanto abbiamo bisogno dei soldi noi tenniste” dice Billie Jean King, che nel primo Wimbledon “open”, nel 1968, incassò per la vittoria 750 dollari, mentre Rod Laver ne ricavò circa 2000.

King ha incontrato Rosemary Casals nel 1964, a Berkeley. Ancora non aveva sposato l’avvocato Larry King, ma stava già diventando regina. Per tutti era solo la ventenne Billie Jean Moffitt, già capace due anni prima di eliminare al secondo turno dei Championships la testa di serie numero 1, Margaret Smith.

“Rosebud” Casals vede il tennis non solo come uno sport. “Vincere tornei è un modo per essere accettata” diceva. È una ragazzina di corporatura minuta, di genitori salvadoregni, di umili origini, che ha imparato a giocare sui campi pubblici del Golden Gate Park, a San Francisco. I maggiori successi li otterrà in doppio: vince 112 titoli e diventa la seconda miglior doppista di sempre dopo Martina Navratilova. Gran parte di questi trionfi li ottiene con Billie Jean King, Ma le battaglie più belle, quelle che hanno cambiato la storia, le combattono fuori dal campo.

“Il tennis femminile iniziava a ottenere attenzione” ha spiegato Casals. “Noi non ci limitavamo a giocare e basta. Abbiamo combattuto per quello che credevamo giusto. Eravamo delle militanti, organizzavamo gruppi, incontri, parlavamo incessantemente con i media. Era come un circo”.

E il circo, a un anno di distanza, si ferma di nuovo a Los Angeles. Il Pacific Southwest Open è un torneo “combined” che appartiene al circuito Gran Prix promosso da Jack Kramer, che è anche l’organizzatore dell’evento. Il torneo maschile lo vince il 43enne Gonzalez, 2-6 6-3 6-3 sul 19enne in ascesa Jimmy Connors. A “Pancho” vanno 10 mila dollari, a Connors 5 mila, ma li rifiuta per restare dilettante.

La finale femminile, nemmeno troppo a sorpresa, è tra Billie Jean King e Rosemary Casals. Il primo set arriva al tiebreak. Sul 2-0 per la King, una palla della Casals viene chiamata buona dalla giudice di linea Betty Chamie, di Pacific Palisades. La King non è d’accordo ma non c’è un arbitro che funga da supervisor. King e Casals, insieme, abbandonano il campo. Doppio default. Doppia sconfitta. Jack Kramer trattiene i 6,500 dollari di montepremi per le finaliste.

Gladys Helman annuncia che le giocatrici saranno multate di 1000 dollari: la decisione, spiega, è stata presa da uno dei manager del Tour, Pit Jones. Per Kramer “la decisione finale deve spettare al comitato disciplinare della USLTA e a nessun altro. Certo non dovrebbe prenderla Pit Jones, che lavora per la Philip Morris, che sponsorizza il Tour. Spero comunque che questo incidente porti a creare regole più severe che impediscano a un singolo giocatore di rovinare un intero torneo”.

“A Kramer semplicemente non piace il tennis femminile” commenta Billie Jean. La decisione finale è molto di compromesso: viene riconosciuto a entrambe il premio per la sconfitta in finale, di 2500 dollari. Ma vengono allo stesso tempo multate esattamente per 2500 dollari.

Alla fine del 1971, Billie Jean King diventa la prima donna a guadagnare 100 mila dollari di prize money nell’arco di una sola stagione: il presidente Nixon la chiama per complimentarsi. Nel 1972 riceve 15 mila dollari meno di Ilie Nastase, che ha vinto il torneo maschile, per il titolo agli Us Open.

Quello stesso anno Nixon approva il Titolo IX che proibisce le discriminazioni in base al sesso nelle attività educative, come l’atletica, nelle scuole che ricevono fondi federali.

Nel 1973 Billie Jean King crea la Women’s Tennis Association, di cui diventa primo presidente. In questo contesto matura la “Battaglia dei Sessi”. Il match, in programma all’Astrodome di Houston, è trasmesso in tv dalla ABC. Billie Jean chiede e ottiene che Kramer, scelto inizialmente come telecronista, sia sostituito da Rosemary Casals. Ci sono 50 milioni di americani davanti alla tv e 30.472 sugli spalti (la folla più numerosa mai vista su un campo da tennis).

King entra in campo su una sedia dallo schienale trapunto di pennacchi colorati, Riggs su un risciò trainato da modelle. Billie Jean, che aveva studiato le sfide tra Riggs e Budge, fa correre l’avversario e vince 6-4 6-3 6-3.

“La gente mi tirava dietro le monetine o mi eleggeva sul momento leader del movimento femminista” ha raccontato. “Non capivo più dov’ero. Era tutto così complicato, e un giorno mi svegliai, e mi ritrovai nel letto di un'altra donna”, la parrucchiera Marilyn Barnett. Billie Jean rende pubblica la relazione in una conferenza stampa con accanto il marito. “Non mi sono mai sentita a mio agio fra la gente 'normalmente sposata'. Ma neanche quando la gente ha iniziato a considerarmi una omosessuale: è solo un'altra etichetta”.

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