lunedì 1 febbraio 2010

Con questo articolo inizia la mia collaborazione con Storie di Sport.

Il Monte Igman è ancora immerso nei boschi, ma solo da qualche anno i suoi impianti sono tornati a disposizione dei cittadini. I trampolini in muratura sono l'unico segno della prima (e tuttora unica) Olimpiade invernale ospitata in un paese socialista. L'atmosfera e i valori della fratellanza sportiva che hanno segnato i Giochi di Sarajevo 1984 sono spariti nel breve volgere di pochi anni, travolti dalla guerra per l'indipendenza della Bosnia Erzegovina mentre le nuove infrastrutture urbane si trasformavano in vuote vestigia di un tempo ormai lontano.

La candidatura della città per ospitare i Giochi Invernali si concretizza nel 1978. Il governo di Josip Broz Tito può massimizzare l'esperienza nell'organizzazione di eventi sportivi come la Settimana dello sport giovanile studentesco, la Coppa dei Paesi alpini e la Coppa Europa giovanile. Alla votazione decisiva per la scelta della sede dei Giochi arrivano Sarajevo e Sapporo, che ha l'appoggio dei delegati dei Paesi del blocco occidentale. La capitale bosniaca viene preferita con trentanove voti a favore contro trentasei: decisivo il supporto dei membri svedesi che fanno confluire i propri voti su Sarajevo dopo l'esclusione di Göteborg al primo turno.

Continua a leggere l'articolo su Storie di Sport