mercoledì 21 novembre 2012

21 novembre 1964: quando Pelè segnò otto gol in 90 minuti



E' una notte di lacrime, di dolore, di suicidi. E' la notte del Maracanazo. Il Brasile ha appena perso il Mondiale del 1950, in casa. L'Uruguay di Varela, Ghiggia e Schiaffino ha rovinato la festa del Maracanà. Piange anche João Ramos do Nascimento, a casa davanti alla radio. Conosciuto come Dondinho,  è stato un discreto attaccante. Suo figlio di 10 anni lo consola: "Non preoccuparti papà, un giorno la vincerò io la Coppa del Mondo. Quel bambino si chiamava Edson (in onore dell’inventore americano Thomas Alva Edison) Arantes do Nascimento ma tutti l'avrebbero chiamato Pelè.

Lo zio Jorge lo chiama “Dico”. I compagni di squadra del Santos “Gasolina”, in onore di un cantante brasiliano dell’epoca. Il nome Pelé gli viene affibbiato alle elementari, per assonanza con il nome del portiere del Vasco de Gama “Bilè”. 

martedì 20 novembre 2012

Gol e saluto militare: il "caso Mandzukic"


Un braccio teso e un saluto militare per celebrare un gol. Il croato Mario Mandzukic e lo svizzero di origini kosovare Xherdan Shaqiri hanno festeggiato così il gol del vantaggio del Bayern Monaco a Norimberga lo scorso sabato (il match è poi terminato 1-1).

Un'ora dopo la fine della partita, il quotidiano serbo "Blic" ha scritto che Mandzukic e Shaqiri avrebbero celebrato la rete salutando i generali croati Ante Gotovina e Mladen Markač  condannati nel 2011 a 24 e 16 anni per crimini di guerra e crimini contro l'umanità nei confronti della popolazione serba, e assolti dalla Camera di appello del tribunale dell'ONU per i crimini di guerra all’Aia lo scorso 16 novembre.

lunedì 19 novembre 2012

Sudafrica-India 1974: la finale di Davis che non ci fu


Avevano sognato di vedere il proprio nome sulla Coppa. Ma il giorno in cui il sogno è diventato realtà, nessuno ha festeggiato. Questa è la storia dell'unica finale di Davis che non si è giocata. È la storia dell'unico titolo del Sudafrica, che nel 1974 ha vinto grazie al boicottaggio dell'India. E del ruolo del Mahatma e di Indira Gandhi nella lotta contro l'apartheid.

“Avevo 20 anni nel 1974, quando ho avuto il mio primo contatto ufficiale con il Sudafrica” ha detto Vijay Amritraj nel discorso tenuto il 6 maggio 1988 davanti al comitato speciale contro l'apartheid del'ONU. “Venire in contatto diretto con quel Paese mi ha permesso di capire più da vicino le sue politiche, la sua gente, i rapporti con l'Occidente in ogni aspetto della vita e l'incredibile lotta dei non-bianchi per quello che nel resto del mondo è dato per scontato. Moralmente, quella di non giocare la finale è stata una decisione facile. Da sportivo, sono stato un po' deluso ma dentro sentivo che era meraviglioso aver in qualche modo supportato la lotta di un popolo che voleva semplicemente vivere come tutti gli altri”.

Suo fratello, Anand, non è d'accordo. “Abbiamo buttato la sola occasione che abbiamo mai avuto di vincere la Davis. E' stata una decisione sbagliata. E non ha cambiato niente”. Anand era il secondo miglior tennista nella seconda nazione più grande del mondo. Non era certo facile sapere di essere anche il secondo miglior giocatore della famiglia, dietro al fratello minore Vijay, di due anni più giovane.