Seconda parte della vita di questo blog. Lo spartiacque è l'uscita del mio primo libro (edizioni Effepi Libri)
La
storia del secolo breve riletta attraverso le imprese, i personaggi,
le storie dello sport. E' l'obiettivo certo ambizioso di questa
raccolta antologica, e dunque senza pretesa di esaustività, che
costruisce una controstoria del Novecento. Ogni storia è un punto di
vista, un'epifania, che racchiude una Weltanschauung, lo spirito di
un tempo e di un periodo storico, cui guardare attraverso la lente e
il punto di vista dello sport.
Queste
le storie contenute nel libro:
Calcio
e fascismo: l'evoluzione del
gioco più bello del mondo durante il Ventennio e la figura di
Vittorio Pozzo, raccontata attraverso la vittoria più genuina e
forse meno celebrata, l'oro olimpico di Berlino '36;
Il
combattimento del secolo: la
genesi e gli inizi del nazismo letti attraverso la figura di Max
Schmeling, che Goebbels avrebbe voluto trasformare nell'ambasciatore
di un'immagine vincente del Reich, e dei suoi match leggendari con il
campione di colore Joe Louis;
Cartavelina,
il campione che non volle salutare il Fuhrer: l'ideale
trilogia sulle grandi dittature si chiude con la storia tragica del
campione austriaco di calcio Mathias Sindelar;
Le
Olimpiadi del '56 tra Guerra Fredda e rivoluzione d'Ungheria:
l'eco della rivolta studentesca di Budapest e della sanguinosa
repressione sovietica arriva fino a Melboune. Urss-Ungheria è la
semifinale del torneo maschile di pallanuoto e sarà per sempre
etichettata come "Blood in the water";
L'amore
al tempo della Guerra Fredda:
nella stessa Olimpiade matura l'amore tra la discobola cecoslovacca
Olga Fikotova e il martellista statunitense Harold Connolly. L'unione
ideale tra comunismo e capitalismo, fortemente osteggiato dal regime
di Praga;
This
is the story of the "Hurricane":
dietro le quinte del film con Denzel Washington per ricostruire la
vicenda processuale di Rubin Carter, che testimonia uno spaccato del
razzismo dell'America profonda degli anni Sessanta;
La
diplomazia del ping-pong: ai
Mondiali di Nagoya del 1971 la squadra maschile Usa esce presto dal
torneo ma cambia per sempre la storia dei rapporti diplomatici tra
Stati Uniti e Cina;
La
prima volta non si scorda mai:
il racconto dei tre secondi che cambiano il mondo, quelli rigiocati
tre volte che hanno deciso la finale olimpica di Monaco '72 tra Usa e
Urss;
Il
sapore della vittoria: ancora
il razzismo protagonista in un'impresa simbolica di riscatto e di
esempio, il trionfo di Arthur Ashe a Wimbledon nel 1975;
Il
gol che fa cadere il Muro: la
rete di Sparwasser decide per la Germania Est il Bruder-Duell, il
derby con i tedeschi occidentali ai Mondiali del 1974;
Eigendorf,
una morte scomoda: le difficoltà di un popolo diviso dal Muro di
Berlino nella tragedia di Lutz Eigendorf, promessa tedesco-orientale
che fugge in Occidente, viene spiato dalla Stasi e muore in
circostanze ancora non chiarite;
La
maglietta rossa: la prima di
due storie sulle dittature sudamericane degli anni Settanta. Panatta
e quella maglietta polemica per la Coppa Davis vinta, dopo mille
polemiche interne, nel Cile di Pinochet;
Il
Mondiale dei generali:
l'Argentina nasconde i desaparecidos e la povertà, e la giunta
militare di Videla celebra il trionfo mondiale del 1978;
I
boicottaggi Olimpici: un
decennio di Guerra Fredda visto attraverso i boicottaggi di Los
Angeles 1980 e Mosca 1984 e i tentativi di disgelo portati avanti dal
magnate Ted Turner, inventore dei Goodwill Games;
La
Mano de Dios: c'è il gol di
mano e la rete forse più bella di sempre, c'è la sintesi di
Maradona in Argentina-Inghilterra a Messico '86, una partita che è
sintesi di una rivalità antica, ravvivata dal ricordo della guerra
delle Malvine;
La
vera storia di “Invictus”:
Mandela e Pienaar mettono le basi per la nascita della Rainbow
Nation, il Sudafrica, grazie alla vittoria nel Mondiale di rugby 1995
che cancella l'immagine degli Springboks come la nazionale degli
Afrikaner;
La
battaglia delle fedi: non è
solo il combattimento per il titolo mondiale dei pesi leggeri. E' un
confronto altamente simbolico tra Amir Khan, britannico musulmano di
famiglia pakistana, e Dmitry Salita, ebreo di origine russa che dopo
la morte della madre combatte con la stella di David sui guantoni e
mette la religione prima dello sport;
La
seconda guerra del football: la
storia lascia spazio alla cronaca per raccontare uno spaccato
d'Africa, quello che emerge dagli incidenti e dalle contestazioni,
dall'intensa partecipazione prima, durante e dopo Egitto-Algeria,
spareggio che vale la qualificazione a Sudafrica 2010.
Gli argomenti mi hanno invogliato parecchio, adesso non mi resta che recuperarlo e leggerlo!
RispondiEliminaComplimenti!