“Un uomo non potrà mai perdere da
una donna”. Così pensava lo sciovinista, showman e infaticabile
scommettitore Bobby Riggs. Nel 1938 vince singolare, doppio e doppio
misto a Wimbledon, ma la guerra frena la sua carriera da dilettante.
Una volta diventato professionista, nel 1946 vince 23 partite su 44
nel tour itinerante contro Don Budge, capace di completare il Grande
Slam nel 1938. L’anno successivo batte Jack Kramer, al suo debutto
da pro, al Madison Square Garden di New York.
Ma Riggs è diventato celebre per le
sfide alle donne. La prima “battaglia dei sessi” si disputa a
Ramona, California, nella ricorrenza della Festa della Mamma (13
maggio) 1973. L’avversaria è Margaret Court. A suon di lob e palle
corte Riggs, ormai 55enne, vince 62 61 e arriva sulle copertine di
Time e Sports Illustrated. Ma non gli basta. Vuole sfidare il simbolo
della lotta per la parità dei diritti tra uomini e donne. Vuole
sfidare Billie Jean King, non ancora dichiaratamente omosessuale, che
ha minacciato di boicottare gli Us Open e ottenuto montepremi uguali
per tennisti e tenniste dal 1973.